Invettiva (contro la frutta dipinta)
Ti osservo,
ti analizzo accuratamente
alla ricerca di un difetto
e mi accorgo che non ne possiedi uno,
ma ne sei totalmente plasmata.
Sei statica, sei spenta,
sei spesso ammaccata.
Troppe volte non conosci colori
che non siano le tonalità del marrone.
Non esprimi
non parli
non dai i brividi.
Se ti guardo,
io non penso.
Penso solo a scrivere
questa mia invettiva.
Penso solo
che esiste qualcosa di migliore.
Sei nell’albero.
O cadi
o sei raccolta.
Nasci per consumarti
e per essere consumata.
La tua immagine
non deve essere consegnata all’eterno,
al ricordo, all’ammirazione.
Quale il senso?
Servi solo per colmare
le lacune vitaminiche di noi mortali,
incompleti.
Perdona le mie parole,
sono solo un piccolo essere terreno
forse un po’ radicale
che chiede giusta ricompensa
a ciò che è arte reale.
Ti osservo,
ti analizzo accuratamente
alla ricerca di un difetto
e mi accorgo che non ne possiedi uno,
ma ne sei totalmente plasmata.
Sei statica, sei spenta,
sei spesso ammaccata.
Troppe volte non conosci colori
che non siano le tonalità del marrone.
Non esprimi
non parli
non dai i brividi.
Se ti guardo,
io non penso.
Penso solo a scrivere
questa mia invettiva.
Penso solo
che esiste qualcosa di migliore.
Sei nell’albero.
O cadi
o sei raccolta.
Nasci per consumarti
e per essere consumata.
La tua immagine
non deve essere consegnata all’eterno,
al ricordo, all’ammirazione.
Quale il senso?
Servi solo per colmare
le lacune vitaminiche di noi mortali,
incompleti.
Perdona le mie parole,
sono solo un piccolo essere terreno
forse un po’ radicale
che chiede giusta ricompensa
a ciò che è arte reale.
Alba Francesca Fazio
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